Sunday 4 July 2010

Sentieri nella montagna

Quando mia sorella Susana viveva in Romania mi chiese di scriverle un racconto riguardo “Trasformare il mondo in un posto migliore”

Molti anni fa c’era un piccolo villaggio in montagna. Il villaggio stesso aveva pochi isolati da una parte e qualche casetta sulla montagna ma terminava repentinamente.
Il villaggio non aveva nessuna attrazione particolare tranne per la presenza della montagna che accoglieva gli escursionisti durante tutto l’anno. All’inizio non c’erano indicazioni che segnalavano la strada per la baita e numerosi escursionisti si perdevano nel bosco o subivano incidenti. Un giovane pastorello portò un enorme cambiamento.

Il pastorello non era ricco, non aveva concluso i suoi studi e non era altro che un ragazzo di montagna ma se c’era una cosa che sapeva fare bene era quella di sapersi orientare nella montagna. Sapeva dove attraversare i torrenti senza correre pericolo e poteva trovare la via di casa anche nelle notti più buie.

Ma come molti giovani anche il pastorello sognava di intraprendere avventure. Voleva fare la differenza nel mondo e voleva diventare qualcuno di cui gli altri fossero orgogliosi. Ma si trovava in un villaggio, dove viveva assieme agli zii,si prendeva cura delle pecore giorno dopo giorno sentendosi insignificante.

Una sera tempestosa tornò a casa dopo una lunga giornata nei pascoli e incontrò lo zio che stava per uscire.
Lo zio gli chiese: “ Vai a prendermi le funi nel fienile,ragazzo” Poi aggiunse: “ Qualcuno si è perso in montagna. Stanno mandando una squadra di ricerca. Non c’è un minuto da perdere!” Concluse lo zio allarmato.
“ Posso venire con te?” Chiese il pastorello fermandosi per un secondo sulla soglia di casa.
Lo zio gli rispose: “Assolutamente sì. Non potremmo farlo senza di te!” Lo zio sventolò la mano e il ragazzo corse a prendere le funi. Lo zio sapeva che il nipote era il più adatto a guidare il gruppo per trovare la strada. Di fatto fu il giovane a ritrovare l’escursionista smarrito e quando torno stanco,fradicio e infreddolito e dopo essere stato mandato dalla zia a letto con un bacio lui, bisogna ammetterlo, si sentì molto soddisfatto di se stesso.

I giorni passarono e anche se il suo gesto era stato eroico lui non poteva fare a meno di chiedersi come le persone potessero perdersi nel bosco. Un giorno lo chiese alla zia:
“ Io non lo capisco. Tutti sanno come orientarsi nel bosco e si sa che ci sono più di cinque modi per raggiungere la baita”
La zia rispose: “ Tu lo sai, caro, ma gli escursionisti non ne hanno idea perché non ci sono le indicazioni.”

Questa risposta ispirò un idea al pastorello e iniziò a lavorarci. Iniziò a incidere su assi di legno diversi nomi e segni che poi portò con se in montagna lungo la strada per il pascolo e le mise dove i viaggiatori potevano vederle. Sembrava un idea sciocca ma lui ne era entusiasta. Ben presto vi furono segnali che indicavano tutti i percorsi tra il villaggio e la baita. I gruppi di ricerca diventarono roba vecchia perché nessuno si perse di nuovo in montagna.

Questo dimostra che chiunque può fare la differenza migliorando il percorso da seguire.

Saturday 5 June 2010

Anche in Italia

Sono partita nel 2003 dall'Italia, per fare una sperienza di volontariato che é andata avanti per tantissimi anni.

Ho girato un pó per l'Europa: Croazia, Polonia, la Repubblica Ceca, Spagna, Romania, Serbia e Ungheria. Ho sempre detto, che in quelli paesi c'é tanto da fare, specialmente in Ungheria, Romania e Serbia. In Italia invece, mi pareva che non c'éra niente da fare nel ambito sociale, invece mi sbagliavo.

Ogni volta che torno in Italia per le mie ferie, non vedo l'ora di tornare al mio lavoro, ai miei bambini, al mio progetto di volontariato.

Questa volta, che sono venuta su per il mio compleanno, parlando con degli amici e conoscenti, ho capito che anche in Italia c'é da fare. Forse non vedi la povertá che trovi in Romania, non vedi i bambini per strada, non trovi le persone che non hanno una casa dove abitarci. Peró cé'né tanto da fare se uno ha voglia.

Sono andata a suonare per gli ospiti della casa di riposo di Pederobba, ho partecipato a due eventi della "Associazione Solidaris", che fá la raccolta fondi per aiutare un'associazione in Cile, e ho datto un mano a mia cognata che a avuto il secondo figlio da poco.

Direi che é stata una rivelazione molto gradita. Ho capito che si puó fare del bene ovunque, non solo in paesi soprannominati "poveri". C'ió di cui tutti hanno bisogno é amore!



Casa di riposo di Pederobba, con Lara e Monica



Dopo la suonata abbiamo fatto le foto con gli ospiti--io e Monica



"Associazione Solidaris" nella "Festa della Famiglia", Maggio 30

Sunday 30 May 2010

Terremoto in Cile

Ana, una delle sorelle de mia mamma, abita in Cile. Ecco qua il suo racconto del terremoto e le foto:

Da quel mattino del 27 febbraio 2010 quando un terremoto di 8,8 gradi violentemente ci ha svegliato, a me e la mia famiglia, non ci siamo fermati nel tentativo di portare conforto e di incoraggiamento a coloro che sono stati colpiti molto più di noi che, anche se abbiamo sentito il terremoto, nella nostra zona è evidente la devastazione lasciata dal terremoto e dallo tsunami successivo.



Pochi giorni dopo il terremoto, con la mia piccola famiglia abbimo deciso di organizzare una gita alla grotta di pesca dove avevamo trascorso qualche giorno prima per alcuni giorni di riposo, e ora giaceva devastato dal sisma e tsunami che sono stati esposti. Abbiamo caricato la nostra macchina con acqua, viveri, vestiti e riparo, oltre alla nostra tenda e copertura di plastica. Da quel giorno, abbiamo portato aiuto a diversi settori devastati.



Insieme alle nostre care amice, Sara e Veronica abbimao visitato negli ultimi due mesi molte famiglie, abbiamo portato sollievo e conforto, oltre che cibo e riparo.
Ho capito che ciò che è poco diventa tanto si si fa' con amore e affetto. Abbiamo incontrato persone con una qualità umana e di grandi valori che ci hanno insegnato che ciò che ha realmente valore è quello che è nel cuore. Il nostro sostegno non sarebbe possibile senza il supporto di tante persone che lo hanno reso possibile. Grazie a Dio c'è ancora bontà!.

Sunday 25 April 2010

Una mattina nell'Associazione dell'Ordine di Malta (Magyar-Maltai Szeretetszolgálat)

Mi alzo alle 5, cosi ho tempo sufficiente per lavarmi il viso, vestirmi,rifare il mio letto e scegliere orecchini o collane da indossare. Generalmente cerco di vestirmi bene, mi lascio i capelli sciolti oppure gli raccolgo in una molletta- la ragione per la quale mi vesto bene é perché gia di suo, credo che debba essere abbastanza deprimente vivere per strada e non avere lavoro, senza aver bisogno di ricevere una tazza di thé da qualcuno che é vestita come una contadina :)

Di solito porto qualcosa per i poveri,vestiti o scarpe, bottiglie di plastica vuote oppure sacchetini di plastica, e una volta ho portato delle tazze.

Se esco da casa alle 5:20, arrivo puntualmente alla fermata del trenovia e prendo la numero 18 che mi porta fino a Moszkva Tér. Adesso che la primavera a portato con sé giorni piú belli non fa molta differenza, ma in inverno se perdevo il trenovia dovevo aspettare per circa 15 minuti al freddo, qindi cerco di non arrivare tardi.

Non sempre, peró la maggior parte delle volte mi ritrovo con Ibolya Néni nel trenovia e ci sediamo assieme. Quando arriviamo all'ultima fermata camminiamo insieme verso il posto dove si lavora. Lei é molto anziana, non sono sicura di quanti anni abbia, ma so che ha giá superati gli 80.

Arriviamo al centro giusto prima delle 6 e c'é sempre qualcuno lí. Una sola volta siamo arrivate e non avevano ancora aperto.

Giá a quell'ora arrivano tutti-- ci sono quelli che sono gli operatori: Istvan, Annamari, Ábris, Tamas Sz, Erzsi, (l'altro Tamas che non lavora piú) e i volontari: Ibike, Ibolya Néni, Tomasz, Vera, Gezi, Klari Né ni, Tibor, avolte viene il fidanzato di Ibike (Attila), Eden... siamo tanti, ma non veniamo tutti lo stesso giorno; ci scambiamo. Eden viene con me solo al sabato. Ibike viene piú spesso del resto dei volontari, ma rimane solo un paio d'ore.

Presto, appena arrivati, togliamo il pane dai saccheti e lo disponiamo a torre. Iniziamo a preparare i panini--tutti attorno alla tavola lavorando,escluso Ábris,che fa il caffé per tutti e poi dispone il pane giá pronto nella tavola per essere sevito.

Quando Annamari o Ábris sono di turno mettono la musica, dato che abbiamo uno stereo. La cucina é chiusa al pubblico fino alle 8:30 peró la gente puó entrare e usare il bagno.
Le nostre chiaccherate a quell'ora del mattino sono diverse, peró ridiamo tanto. Io non parlo molto e ci sono delle volte in cui sono un po distrata, dipende da quanto stanca sono--Peró c'é sempre un tema di conversazione tra le persone che lavorano attorno al tavolo.

Quando lavoriamo velocemente, abbiamo piú tempo per fare colazione. Dobbiamo preparare la tavola, mettere le sedie attorno e spazzare il pavimento. Dopo facciamo colazione--ogniuno porta il suo cibo. Tamas N, che non lavora piú con noi, mi faceva un panino quando si preparava il suo. Annamari e Tams Sz. portano biscotti, perché sanno mi piace qualcosa di dolce col caffé.

Ci suddividiamo il lavoro mentre facciamo colazione. Quando sono lé 8:30 mi occupo di versare il thé. Non servo mai il caffé non mi hanno mai chiesto di distribuire il pane. Credo che loro pensino che servire il thé é il lavoro piú facile e che richiede un minimo di conversazione :D a volte lavo i piatti peró non é mai il compito principale.

Alle 8:30 apriamo le porte ed entra la gente in gruppi di 8-10 persone. Con le prime trenta che entrano rimaniamo senza bicchieri--il prossimo gruppo che entra si porta via solo il pane e non mangia dentro. In tal modo la gente che é dentro ha il tempo di finire e noi possiamo lavare i bicchieri.

Durante la prima ora e mezza lavoriamo senza sosta. Serviamo il thé e distribuiamo il pane, caffé e a volte le cipolle. Nei giorni in cui abbiamo le cipolle, uno si occupa di tagliarle a metá, solitamente Annamari o Istvan--e quei giorni piangiamo e abbiamo gli occhi rossi--fa ridere un po'!

Verso le 10 le cose si calmano un po'. La gente continua ad entrare peró non tutte contemporaneamente. Allora possiamo rilassarci un po', parliamo tra di noi, ridiamo, ci scambiamo i compiti e beviamo caffé. I giorni in cui siamo in tanti, Annamari e Ibolya Néni stanno nell'ufficio, selezionando i vestiti e distribuendoli a coloro che ne hanno bisogno. Ma se siamo in pochi l'ufficio é chiuso.

Molta gente viene a portare ogni genere di roba per i "poveri"--zucchero, caffé, torte, scarpe, caramelle ecc.

Alle 11:30 le tavole si svuotano,la maggior parte dei bicchieri sono puliti--molte volte il pane finisce (ed é triste, giá che la gente continua ad entrare e non abbiamo nulla da dargli) e iniziamo a pulire. A mezzogiorno quando tutti se ne vanno, puliamo i tavoli e spazziamo per terra e a quell'ora io vado a casa a dormire :)



Con Eden distribuendo il pane e il thé un sabato mattina nel centro di Moszkva Tér

Wednesday 31 March 2010

Italiani in Germania

A fine Marzo ho fatto un viaggio in Germania con David, il mio collega--siamo stati a Frankfurt, Ulm, Neuburg a.d Donau, Ingolstatdt, Donauwörth e Erding. Sono stati dieci giorni splendidi--abbiamo anche fatto visita al ospedale per bambini in Neuburg a.d Donau con i palloncini e trucchi di magia fate da David.

Il lavoro di volontariato va avanti grazie al appoggio di tantissime persone, e oggi vorrei ringraziare gli Italiani in Germania. Abbiamo conosciuti tanti in questo viaggio--tanti bravi e care persone che ci hanno aiutato in modi piccoli e grandi.

Grazie di cuore Manuele, Davide Fernicola, Cristian Bufanio, Graziella, e tutti quanti per darci una mano a fare dil mondo un posto migliore.

Tuesday 16 February 2010

Chiesi a Dio...

Chiesi a Dio la forza, per toper raggiungere i miei obiettivi
ma Lui mi rese debol, perché potessi imparare ad ubbidire

Chiesi a Dio la salute, per poter fare grandi cose,
ma Lui mi diede l'infermitá, perché facessi cose migliori

Chiesi a Dio le ricchezze, per poter essere felice,
ma Lui mi rese povero, perché potessi essere saggio

Chiesi a Dio il potere, per poter avere la lode degli uomini,
mi fu data la debolezza, perché sentissi bisogno di Dio

Chiesi a Dio ogni cosa, per potermi godere la vita,
mi fu data la vita, perché potessi godere di ogni cosa

Non otteni nulla di ció che chiesi, ma tutto ció che avevo sempre sperato.
Quasi a dispetto di me stesso, le mie preghiere piú intime ricevettero risposta.
E oggi sono, fra tutti gli uomini, il piú benedetto

Roy Campanella

Friday 29 January 2010

le mie vacanze invernali

Per capodanno sono andata a trovare mia sorella Susana in Timisoara,Romania.
Mia sorella vive e lavora in un centro di volontariato, con un associazione Rumena, che fa assistenza a bambini orfani e a famiglie povere.
La mia visita è durata 10 giorni. Oltre a stare in compagnia con i voluntarii dil centro,ho partecipato allo spettacolo natalizio realizzato in quattro “Case di bambini” dove mia sorella e i volontari del centro “Contact, Care and Counseling “ hanno cantato canti tradizionali, distribuendo regali in piccole scatole di scarpe, provenienti da famiglie in Germania.
Qui ci sono un paio di foto